Le protesi al seno, una storia centenaria
I primi anni del ‘900 sono stati ricchi di spunti ed esperimenti, volti a ricercare il miglior materiale per l’aumento del seno, anche se i risultati rimanevano sempre piuttosto scadenti.
La regina delle protesi al seno durante questo periodo è stata senza ombra di dubbio la paraffina, impiegata in chirurgia in diversi ambiti e adottata anche dalla medicina estetica. Tuttavia la paraffina non è una sostanza indicata per essere impiantata in un organismo: si tratta di una miscela di idrocarburi solidi, ricavata dal petrolio e può essere estremamente nociva per il nostro corpo. Così, a partire dagli anni ’60, un nuovo materiale si è affacciato sull’orizzonte della mastoplastica additiva, mandando in pensione l’antiquata paraffina. Stiamo parlando del silicone che ancora oggi resiste come protagonista indiscusso nel mondo delle protesi.
La svolta del silicone
Sembra che i primi interventi al seno con il silicone risalgano al Giappone del secondo dopoguerra, quando alcune prostitute si iniettarono del silicone direttamente nel seno.
Certo, in questo caso non si può parlare di trattamenti chirurgici, bensì di un primo tentativo rudimentale.
Nel 1962 Thomas Cronin e Frank Gerow, due chirurghi plastici in servizio a Houston in Texas, effettuarono il primo impianto di due protesi mammaria.
Esrano costituite da un involucro di gomma al silicone che racchiudeva un particolare gel al silicone, appositamente sintetizzato.
Oggi, a cinquant’anni di distanza, le più grandi aziende del mondo del settore si danno quotidianamente battaglia per sfornare la protesi migliore, più sicura e all’avanguardia.
Per gli interventi di mastoplastica additiva, i chirurghi di theClinic di solito utilizzano le protesi Allergan, il non plus ultra della sintesi di utlima generazione ad alta coesività del gel.
Tipi di protesi al seno
Una prima differenziazione va fatta riguardo la forma delle protesi che possono essere principalmente di due tipi: anatomica (o a goccia) e rotonda.
Il primo tipo garantisce un effetto del tutto simile al seno prosperoso naturale. Il secondo tipo, invece, restituisce un risultato con effetto push-up, con una forma simmetrica e un rigonfiamento costante, dalla base del collo al torace.
In relazione al materiale di fabbricazione, possiamo distinguere fino a quattro tipi di protesi:
- Propilene: sono chiamate anche protesi a laccio, meno comuni delle sue competitor.
- Soluzione salina: un involucro di gomma al silicone racchiude una soluzione salina, meno sicura e più soggetta a rotture rispetto al gel.
- Gel al silicone: introdotte nel 1994 hanno soppiantato tutte le precedenti protesi mammarie, grazie all’alta coesività del gel che riduce al minimo ogni rischio.
- A base di tessuto: è il caso del lipofilling, il paziente è il donatore del tessuto che può essere reimpiantato nel seno. Non è indicato per interventi importanti ma solo per ridefinire le forme del corpo, come un ritocco post-mastoplastica additiva.